La chiesa prepositurale di Palazzuolo è dedicata a Santo Stefano protomartire.
Alcuni indizi archeologici fanno pensare che fosse di antichissima origine, ma della prima costruzione non restano tracce, in quanto il fabbricato nel corso dei secoli subì profondi rimaneggiamenti a causa dei gravi danni provocati da frane e terremoti.
Nel 600 fu praticamente ricostruita e di questi lavori resta memoria in una lapide murata sul portale d’ingresso. Altri lavori furono eseguiti nel 1800 e nel 1946 per riparare i danni subiti durante il periodo bellico.
La prima fonte documentaria risale al 1285 quando viene attestata l’appartenenza della chiesa di Santo Stefano alla famiglia Pagani da Susinana, e dipendente dalla Pieve di Misile.
Santo Stefano ha una struttura architettonica semplice ad una sola navata con varie cappelle laterali. Al suo interno si conservano pregevoli opere come un interessante ciborio seicentesco in ceramica invetriata, posizionato accanto all’altare maggiore, che richiama la manifattura dei Dalla Robbia, proveniente dalla chiesa di Misileo.
Sempre da questa chiesa proviene una pregevole pala d’altare su legno, datata 1511, dipinta a tempera da un allievo della bottega pittorica fiorentina del Ghirlandaio, probabilmente Bastiano Mainardi. Rappresenta la Madonna con Bambino in trono fra i santi Benedetto, Michele Cassiano, Zanobi, Cristoforo e Domenico.
Il dipinto è stato di recente restaurato. La chiesa conserva poi vari dipinti provenienti dalle chiese rurali del territorio ormai chiuse al culto.
Nella prima cappella alla sinistra, subito dopo l’ingresso, possiamo ammirare un pregevole fonte battesimale in ceramica policroma, attribuito al ceramista Tito Chini. L’opera realizzata alla metà degli anni ’20 del Novecento, proviene dalla chiesa parrocchiale di Salecchio ed è stata da poco ricollocata nella chiesa di Santo Stefano, dopo un laborioso restauro.
