La Chiesa di SS. Nicolò e Francesco, risalente al 1398, fu radicalmente ristrutturata nel 1520. L’edificio, che in origine apparteneva al Convento Francescano, venne poi mutato in Parrocchia nel 1783, a seguito dell’abolizione del Convento dei Frati Minori.
La struttura si articola su tre navate: quella centrale custodisce un pregevole pulpito fiorentino in pietra serena risalente al 1533. Al centro dell’abside campeggia la superba opera a tempera su tavola del pittore forlivese Marco Palmezzano (1500), che raffigura la Beata Vergine coi Santi Agostino e Antonio da Padova. Nella navata di destra sono esposte alcune opere su tela raffiguranti in ordine il Beato Gambacorta, opera settecentesca del Marchetti, poi la Visitazione di Maria Vergine a Santa Elisabetta, opera del pittore ravennate Francesco Longhi (1611), quindi un bassorilievo della Beata Vergine col Bambino (opera fiorentina del secolo XV), detta Madonna dei Fiori. Segue la Madonna Immacolata tra S. Francesco e S. Carlo Borromeo, opera seicentesca del ravennate Giovanni da Barbiano.
Oltre la porta della canonica è collocato un affresco di scuola romagnola della fine del XV secolo raffigurante la Beata Vergine coi Santi Sebastiano e Rocco e San Sebastiano. Nella sacrestia si trovano due pregevoli opere cinquecentesche su tela: la prima raffigura San Girolamo penitente col leone, opera attribuita a Livio Modigliani; la seconda, attribuita a Livio Agresti, rappresenta Gesù in croce tra la Madonna e S. Giovanni Evangelista. Nella navata sinistra si trova un altra porzione di affresco di scuola romagnola del tardo Quattrocento raffigurante S. Sebastiano. Segue un’opera seicentesca su tela di Giusepe Galeppini raffigurante S. Antonio da Padova, infine la Madonna del Carmine, opera seicentesca su tela di Felice Cignani.