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La leggenda del «pozzo a rasoi» di Caterina Sforza

L’inquietante tradizione della Fortezza di Castrocaro

Terra di leggende e tradizioni antichissime, la Romagna Toscana è ricca di tanti piccoli tesori e curiosità che costellano la storia “ufficiale”. Uno di questi è sicuramente celato nella splendida Fortezza Medievale di Castrocaro, ed è un segreto sanguinoso, come giustamente si conviene a quel periodo storico.

Si tratta del cosiddetto “pozzo a rasoi” di Caterina Sforza. La parte alta della Fortezza, chiamata “Girone”, nasconde un pozzo molto profondo, oggi purtroppo ingombro di detriti che impediscono di vedere bene cosa contenga. Ma la tradizione è molto chiara sul reale utilizzo del pozzo: si tratterebbe di una trappola in cui la contessa gettava i suoi amanti, una volta che questi erano diventati “scomodi”. Il particolare nome del pozzo fa intuire quali fossero gli oggetti contenuti al suo interno, sistemati in modo da garantire che, se la caduta non fosse bastata a liberarsi completamente del malcapitato, ci avrebbero pensato le lame.

Verità o leggenda? L’ingombro del pozzo ci impedisce di scoprirlo, ma è certo che in molti altri castelli di quel periodo sono stati scoperti marchingegni diabolici molto simili a questo. Quel che è certo è che Caterina Sforza era una donna fuori dal comune, guerriera e avventuriera. Si sposò molte volte e fu la madre del leggendario Giovanni dalle Bande Nere.

Queste qualità eccezionali, unite all’innegabile sensualità dovuta alla sua burrascosa vita sentimentale, hanno contribuito a definire il particolare uso del pozzo a rasoi.

Un documento dell’epoca ci dice che sia profondo 95 braccia fiorentine, all’incirca 55 metri. Chi visita la Fortezza di Castrocaro può ancora ammirarne l’imbocco… ma attenti a non sporgervi troppo!

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